mercoledì 28 gennaio 2009

Il governo USA open-source... yes, they can!

Il giorno della cerimonia di insediamento di Obama come 44° Presidente degli Stati Uniti avevo trovato poco opportuno che quella cerimonia fosse costata intorno ai 150 milioni di dollari, contro i circa 70 del suo predecessore Bush, in un periodo storico, come questo, contraddistinto da una grossa e pesante crisi economica. Un paio di giorni dopo, però, ecco che Obama ha fatto qualcosa che, al contrario, ho trovato estremamente opportuna, una cosa, tra l'altro, che dovrebbero fare tutti i governi e tutte le aziende: guardare seriamente alle tecnologie e ai prodotti open source. Per chi, come me, ha seguito questa campagna facendo molta attenzione all'aspetto tecnologico, quella notizia (ho riportato quella della BBC, ma numerosi blog americani trattavano l'argomento) è, senza dubbio, estremamente interessante e, soprattutto, rispetta in toto il "we have a dream" di Obama.

Il sunto dell'articolo (su, dai, so che ci speravi) è piuttosto semplice: uno dei più grandi e rispettati leader del business informatico Scott McNealy, co-fondatore di Sun Microsystem, ha ricevuto dalla nuova amministrazione Obama la richiesta di preparare un documento che tratti proprio della possibilità di utilizzare tecnologie e prodotti open source per il governo degli Stati Uniti. Questo, secondo McNealy come riportato nell'articolo, è ovvio in quanto l'open source è sicuramente più conveniente e efficiente del software 'proprietario', in quanto nulla è dovuto a Microsoft, IBM, Oracle o qualsivoglia produttore.
L'articolo analizza poi alcuni comportamenti e promesse di Obama per considerare che questo tipo di attenzione da parte di questa amministrazione non solo si integra perfettamente con la volontà di tagliare spese inutili, ma è anche in linea con la filosofia della sua campagna elettorale.

L'argomento open source è per chi lavora e vive nel mondo informatico un argomento molto delicato, spesso causa di lunghe e dolorose discussioni. Da una parte c'è un conservativismo che sfocia in una pochissima propensione al cambiamento (per loro drastico), dall'altra c'è una maggiore apertura dovuta alla consapevolezza che debba essere l'informatica a doversi plasmare alle necessità e non il contrario.
I primi, solitamente, puntano il dito sulla serie di problemi che, a loro parere, comporta l'utilizzo di soluzioni open source e lo stesso articolo riporta che secondo Gartner (società di ricerca) non esiste un vero e proprio risparmio. A questo si dovrebbe poi aggiungere le solite frasi come "manca il supporto" (che sfocia in "quando chi sviluppa smette... tu che fai?") o "ma come lo integriamo con i nostri sistemi" o, peggio, "ma chi mi garantisce la qualità?".
Al contrario, i secondi amano evidenziare che poter contare su una tecnologia aperta permette di usufruire dei miglioramenti che l'intera community apporta alla tecnologia stessa è un grosso vantaggio soprattutto per i tempi di reazione, così come la possibilità di una personalizzazione quasi totale, che permette di avere quello che serve, nel modo che si ritiene più opportuno.

Io, ovviamente, appartengo alla categoria di persone che, in maniera consapevole, preferisce le soluzioni open source. E non parlo del softwarino gratuito che installo sul portatile.
Sono consapevole che open source non significa "gratis", ma significa "investimento sul futuro". Sono consapevole che open source non significa dire "io odio Microsoft o IBM o Oracle o SAP", ma significa capire che questi vendor non scrivono il software per te, ma lo scrivono per l'intero mondo... e che quello che c'è è solo quello che vedi: se non vedi una cosa ma ne vedi una simile, dovrai adattare la tua necessità per poterla usare. Sono consapevole che il rischio che una tecnologia open source venga abbandonata, ma può succedere (ed è successo più volte) anche con i prodotti non open source... e in quel caso in mano non hai che una scatola ed un manuale e non il codice sorgente. E per questo sono anche consapevole che la scelta della giusta soluzione open source deve essere una scelta fatta con criterio, non usando il primo che capita, ma valutando le diverse e numerosi opzioni in base ad una serie di parametri (oltre che alla libera circolazione dei neuroni).

Se Obama sarà in grado di affrontare questo nel modo migliore, il risparmio ci sarà, ma ci sarà anche lavoro e, soprattutto, ci sarà una vera e propria amministrazione aperta e pronta ai grossi cambiamenti che si prevedono nei prossimi anni. Se Obama sarà in grado di raggiungere questo obiettivo, magari anche altri paesi, nel mondo, capiranno che i soldi dei contribuenti possono essere spesi meglio.

Se Obama farà questo... avrà realizzato il sogno di tutti coloro che intelligentemente vogliono che l'informatica sia a loro servizio e non il contrario.