lunedì 7 giugno 2010

Se tutti i virus fossero come il "berlesiano"...

Caro Soso,


non penso di averti mai scritto una lettera, probabilmente perchè a differenza di te, sin da piccolo ho sempre preferito la fredda tecnologia di una telefonata, più semplice e immediata. Tu, invece, preferivi scrivere e non solo con la macchina da scrivere. La tua esperienza e la tua storia ti hanno anche insegnato a disegnare, a progettare, cosa che io faccio ma in modi totalmente diversi. Io ho ereditato una parte della tua tenacia e della tua perseveranza, ma indubbiamente non la tua pazienza. Eppure nonostante queste ed altre differenze, tu sei sempre il mio "Soso", quel nonno da cui correvo immediatamente quando arrivavo a Sabaudia, che aiutavo ad aprire il laboratorio per guardare con curiosa ammirazione quello che riuscivi a fare là dentro.
Non ho mai condiviso con te, però, quella tua incredibile passione che ti portava a cercare le tue radici, a lavorare sul tuo albero genealogico. Ho un vago ricordo di quando, felice, avevi annunciato alla Manù e alla Mami che Ezio ti aveva mandato un albero genealogico e che era simile al tuo... ma non sono mai riuscito a comprendere quanto tutto questo fosse importante per te. 
Fortunatamente altre persone lo hanno fatto.

Già... Soso... lo hanno fatto... hanno trasformato il tuo grande sogno in una fantastica realtà... hanno continuato a portare avanti ricerche, a fare incredibili scoperte e a collegare nomi e cognomi, riuscendo a costruire un albero genealogico semplicemente fantastico, anche dopo che te ne sei andato. Quelle straordinarie persone che parlavano delle origini del nome, che raccontavano aneddoti, che si muovevano negli anni citando nomi e luoghi, collegandoli in maniera così precisa lo hanno fatto con quella stessa tenacia e passione che avevi tu... spinti da quello che loro hanno chiamato, con immenso orgoglio, il "virus berlesiano".

E quel "virus" glielo hai inoculato tu, Soso... proprio tu, sin da quella tua visita all'inizio degli anni 70, quando bussasti alla porta di Ezio. Certo, gli anni e la tecnologia danno ora un grosso aiuto... ma senza la passione, la tenacia e l'amore per il cognome "Berlese" la tecnologia è nulla.

E' difficile per me descrivere le sensazioni e le emozioni che ho provato domenica partecipando al "1° Raduno dei Berlese" anzi, credo sia impossibile, perchè non c'è modo di far capire quanto sia immensamente bello vedere il sogno del proprio nonno che si avvera. E, allo stesso tempo, non può esserci alcun modo per descrivere la felicità e la gioia della Mami che sembrava camminare con te al suo fianco... ancora più orgogliosa (anche se non credo sia possibile) di essere tua figlia. Quel tuo "virus" che negli anni si è potenziato grazie a queste fantastiche persone, ha ridato alla Mami qualche anno di vita e le ha fatto trascorrere quella giornata che, forse, non avrebbe mai immaginato di poter vivere... come se fosse ancora una volta accanto a te.

Come ho scritto ieri sera su Facebook non ho trovato modo per ringraziare quello che queste straordinarie persone hanno fatto. Non so che parole usare, probabilmente non esistono nemmeno. Per questo motivo mi limito a dire loro, tutti loro, grazie. Non voglio scrivere i nomi, perchè me ne dimenticherei certamente qualcuno. Ma posso cermanete scrivere un cognome: Berlese.
Grazie, grazie dal profondo del mio cuore. E credo di poter parlare anche a nome tuo, Soso.


Ti voglio bene.
Pepe.