mercoledì 21 gennaio 2009

Rutelli ne azzecca una... le vacanze a rischio.

In questi giorni non si è parlato abbastanza di una proposta di legge del CoPaSiR (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) relativa alle vacanze degli italiani. Personalmente credo che il motivo del limitatissimo eco mediatico sia dovuto al fatto che si associa il comitato con il presidente Rutelli, ossia il marito della giornalista Barbara Palombelli, riducendone qundi la credibilità.

La proposta di legge, come riportato da questo articolo su Repubblica.it riguarda le spese di soccorso che lo Stato italiano deve affrontare per salvare i turisti che vanno, di loro iniziativa e spesso con il fai-da-te, nei paesi dichiarati dalla Farnesina "a rischio", spese che verrebbero poi addebitate al o ai turisti stessi.
Rutelli, riporta quel giornalino, spiegherebbe in maniera molto chiara quanto sia necessario: "Non far gravare sui contribuenti i costi derivanti da comportamenti irresponsabili"... e trovo difficile contraddire tale affermazione visto che più volte, negli anni passati, mi sono posto la stessa domanda quando ascoltavo le notizie dei soccorsi organizzati dallo Stato per salvare turisti in luoghi a rischio.
A differenza di molte altre proposte di legge o di leggi che ledono la libertà individuale (in particolare quelle volute e difese dai seguaci col paraocchi del pastore tedesco tipo quella vergognosa e retrograda sulla procreazione assistita o quelle che impediscono ai negozi di rimanere aperti anche la domenica), questa legge non tocca in alcun modo il diritto alla vacanza. Nessuno vieta di organizzarsi e farsi una vacanza (da solo o in compagnia) in un posto a rischio o, comunque, considerato pericoloso. Quello che viene specificato in maniera chiara è che questa deve essere fatta a proprie spese: qualora succedesse qualcosa lo Stato farà di tutto per soccorrere, ma l'intero ammontare sarà (sacrosantamente) addebitato a chi è stato soccorso.
Questa mattina, a Radio24, Patrizio Roversi, che con Syuzy Blady dirige la rivista 'Tursiti per caso', cercava di opporsi a questa proposta citando alcuni esempi. In uno di questi spiegava che per farsi il giro del mondo in barca era necessario passare attraverso uno specifico tratto di mare molto frequentato da pirati. Evitare quel tratto vorrebbe dire allungare sensibilmente il percorso.
Esempio perfetto: tu per farti la vacanza che vuoi tu (nessuno ti costringe) rischi che questo tuo sfizio possa diventare un costo per i contribuenti italiani. Cari Patrizio e Syuzy esistono fior di compagnie di assicurazioni che possono assicurare i vostri viaggi... in quel modo eventuali spese non aggraveranno sulle casse, già esigue, dell'Italia.

Ultima nota di colore: il fatto che questa proposta intelligente arrivi da Rutelli non fa poi che confermare il famoso detto "l'eccezione che conferma la regola".