domenica 11 gennaio 2009

Casalinghe disperate? Ci pensa il vaticano no?

Ha fatto scalpore, qualche giorno fa, la proposta del vaticano (scusate, ma non riesco proprio a scriverlo maiuscolo), di dare lo stipendio alle casalinghe. A parte il fatto che questa è una delle solite interferenze di cui il vaticano è campione (ma guai a mettere il naso nel loro impero finanziario) è bello vedere quanto sia facile parlare di aiuti con i soldi degli altri.
E visto che la proposta arriva dal vaticano, il mio primo istinto è stato quello di valutarla meglio per capire quale e dove fosse il secondo fine... è da illusi pensare che sia stata fatta con il solo scopo di fornire un aiuto alle famiglie.

La prima cosa che salta all'occhio è che il cardinale parla di casalinghe... specificando madri casalinghe, come per mettere bene in chiaro che questo sia un ruolo unicamente femminile. Ed è proprio questo che mi ha fatto suonare l'allarme: vuoi vedere che questo è un nuovo tentativo di riproporre il ruolo della donna che se ne sta a casa a curare i bambini (e magari i nonni), che deve obbedire al marito capofamiglia? Insomma la visione retrograda che la chiesa ha della donna. Perchè probabilmente hanno pensato "ma si, diamo alla donna qualche euro anche se sta a casa, così magari la pianta di voler andare a lavorare e ritorna a fare la mamma e la moglie"...

Se fossi stato presente alla conferenza stampa mi sarebbe piaciuto porre una domanda per capire le vere intenzioni... una domanda semplice: "ma questo stipendio, sarebbe erogato anche ai padri casalinghi?" E quando parlano di "applicare equità nel prelievo fiscale alle famiglie", quale definizione danno loro di famiglia?