mercoledì 26 agosto 2009

Chiesa: facile fare i moralisti coi problemi degli altri

E' da qualche giorno che vado in giro per la rete a cercare qualche dato sul numero di immigrati accolti dal vaticano e non riesco a trovarne nemmeno uno. Ho provato di tutto... ma nulla da fare. Non c'è proprio modo di sapere il numero di immigrati clandestini che sono stati accolti in vaticano.
Eppure, ogni giorno, leggo che il papa o uno dei suoi schiavetti parlano di immigrazione come se fosse un argomento che loro conoscono bene e che loro affrontano quotidianamente, anche perchè è da tempo che ne parlano come se fosse un problema loro.

A gennaio del 2008 Don Jean Berchmans (direttore dell'Ufficio Migrantes della diocesi di Lucca) disse che "La Chiesa non si tira indietro. Al contrario essa si sente chiamata ad impegnarsi in prima linea invitando tutti i cristiani ad adoperarsi per accogliere i cittadini stranieri, e per dar loro un aiuto anche spirituale, non solo materiale." Parole in qualche modo confermate dal capo dello stato del vaticano che nel maggio dello stesso anno ha raccomandato alle diocesi una "sollecitudine pastorale" verso la famiglia migrante e per quella in mobilità. Oltretutto pochi giorni dopo, a giugno Marchetto, il segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei migranti, che al termine di un lungo discorso in un linguaggio colto e ricco di citazioni latine ha concluso con la frase "Stiamo calando nell'accoglienza? E' li' che la Chiesa deve insistere".
A dire il vero dopo aver letto queste parole (e tante altre pronunciate dai vari cagnolini al guinzaglio del pastore tedesco) mi è apparsa un po' strana l'uscita di De Rubeis, sindaco di Lampedusa, che all'inizio di agosto del 2008: "Che il Vaticano la smetta di bacchettare il governo centrale e apra le porte dei conventi, dei seminari ormai deserti, delle abbazie affinché donne e bambini immigrati vengano ospitati dalla Chiesa. Che la Chiesa di Roma non resti impassibile alla sofferenza di questa gente e non commetta altri errori, come quelli commessi in passato, restando silenziosa a fenomeni epocali dove c'è morte".
Parole, queste, che non solo suonano strane dopo tutta l'immensa disponibilità dimostrata dalla chiesa (e si sa che loro rispettano l'ottavo comandamento e, quindi, "attesterebbero mai il falso"), ma sono smentite certamente dalle parole dell'Osservatore Romano che all'inizio di settembre (sempre 2008) spiega che la "visione della Chiesa sull’immigrazione mostra forte senso della realtà. Abbiamo bisogno di immigrati". E' proprio questa frase che mi ha fatto iniziare le ricerche in rete... ma nulla. Eppure è chiara. Loro dicono che hanno bisogno di immigrati! Forse questi numeri sono nascosti perchè "La santa sede invita a non vedere gli immigrati come mere cifre"? Sarà...
D'altra parte ce ne devono essere perchè nel febbraio 2009 il mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, dice chiaramente "Una volta arrivati nel nostro Paese, gli immigrati sono persone, di cui vanno riconosciuti e difesi i diritti fondamentali alla vita, alla salute e tutte quelle esigenze che permettono di che una persona è davvero rispettata"... difficile quindi immaginare che lui menta su ciò che avviene nel suo paese (il Vaticano, appunto). A marzo, poi, la stessa Cei fa un appello "chi arriva sul territorio nazionale va accolto e accompagnato"... peccato che chi ha copiato la notizia ansa ha tagliato quella che probabilmente è la parte finale della frase, ossia "nel nostro paese, il vaticano".

Visto l'altissimo numero di esternazioni, interventi e proclami, avrei potuto continuare con questa analisi o farla molto più approfondita. La realtà, triste, è che di immigrati in vaticano non ce ne sono. Punto. Loro parlano, invitano gli altri alla carità cristiana ma loro non ne vogliono sapere. Ci si chiede dove siano finiti gli insegnamenti biblici che invitano la chiesa ad aprire le porte del tempio per accogliere tutti. Scommetto che se prendessi 100 immigrati e li portassi in una chiesa, non penso che verrebbero accettati... così come non verrebbero ospitati all'interno delle porte dell stato del vaticano o della stessa chiesa di San Pietro.

Le parole sono belle. Molto belle. Veramente molto , ma molto belle.
Monsignore Vegliò, (quello contro cui si è scatenato il neurone impazzito di Calderoli e per una volta devo pure dargli ragione), fu intervistato alla fine di giugno 2009 sull'argomento immigrazione da Radio Vaticana. Nell'intervista sono stato colpito da una serie di frasi, prima fra tutte questa: "Nello stesso tempo, essa [la chiesa nda], incoraggia lo spirito di accoglienza e di solidarietà della società di arrivo". Già... incoraggia... della società di arrivo. E perchè loro non iniziano ad accogliere gli immigrati e mostrano a tutto il mondo come si deve fare? Perchè non vanno a ricevere loro qualche barcone accompagnandoli con "umanità" a casa loro, fornendogli assistenza sanitaria e sociale, acqua, cibo... trovandogli un lavoro?

C'è una frase volgare che, a dire il vero, nella forma originale non mi piace molto... "facile fare i froci con il culo degli altri". E' una frase terribilmente brutta, ma che si può modificare per la chiesa: "facile fare i moralisti coi problemi degli altri".
E la chiesa, pastore tedesco in primis, è campione in questa cosa.

martedì 25 agosto 2009

Omosessualità e la 'parola' di dio...

La dottoressa Laura Schlesinger è una famosa giornalista della radio americana e nella sua trasmissione dispensa consigli alle persone che telefonano. Qualche tempo fa, Laura ha affermato che l’omosessualità, secondo la Bibbia (Lev.18:22), e’ un abominio e non può essere tollerata in alcun caso.

La seguente è una lettera spedita alla signora Schlesinger.

“Cara Dottoressa Schlesinger, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, ed ho cercato di dividere tale conoscenza con più persone possibile. Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio e la discussione volge istantaneamente al termine.
Però, avrei bisogno di alcuni consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e su come applicarle.

1. Vorrei vendere mia figlia come schiava, come sancisce Esodo 21:7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?

2. Quando do fuoco ad un toro sull’altare sacrificale, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Lev. 1.9). Il problema è con i miei vicini. I blasfemi sostengono che l’odore non è piacevole per loro. Devo forse percuoterli?

3. So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni (Lev.15: 19-24.). Il problema è: come faccio a sapere questa cosa? Chiedo un certificato o glielo domando direttament ? Dice che rischio un ceffone?

4. Lev. 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perchè non posso possedere schiavi francesi?

5. Un mio vicino insiste per lavorare di Sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?

6. Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è un abominio (Lev. 11:10), lo è meno dell’omosessualità. Non sono d’accordo. Può illuminarci sulla questione?

7. Lev. 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all’altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso occhiali per leggere…. La mia vista deve per forza essere 10 decimi, o c’è qualche scappatoia alla questione?

8. Mio zio possiede una fattoria. E’ andato contro Lev. 19:19, poichè ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perchè usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. E’ proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Lev 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?

So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondermi a queste semplici domande.

Nell’occasione, la ringrazio ancora per ricordare a tutti noi che la parola di Dio è eterna e immutabile. Sempre suo ammiratore devoto !”


Questa è una nota su facebook che è stata intelligentemente condivisa da Chikka. Ringrazio lei ma, soprattutto, ringrazio (anche se non la conosco) Patrizia, l'autrice della nota stessa.

giovedì 20 agosto 2009

Da che pulpito... Lega

Seconda puntata della serie "Da che pulpito", questa volta dedicata alla Lega, in generale, (se non altro perchè per riuscire a fare un numero di neuroni sufficienti per una discussione intelligente è necessario riunirne un po') e alle varie "esternazioni" (non è proprio il termine giusto...) relative ai festeggiamenti sull'Unità d'Italia previste per il marzo del 2011. Le due migliori sono: "In un momento come questo vanno evitate le celebrazioni elefantiache, le spese inutili e frammentate in mille rivoli. Altre sono le priorità e le esigenze della gente" e "Personalmente sono dell'idea che sulle celebrazioni ci sia da fare una valutazione attenta in un momento di crisi così grave", pronunciate rispettivamente due luminari, spero prossimi premi Nobel, Roberto Coda e Roberto Calderoli.

La loro presenza in questo blog non è tanto per il contenuto, sul quale a dire il vero si potrebbe anche discutere, ma sulla loro provenienza visto che sono entrambi rappresentanti "illustri" di un partito che ha fatto i capricci affinchè fossero buttati al vento centinaia di milioni di euro per far fallire un referendum. E tutto questo neanche 6 mesi fa, quindi già in piena crisi e poco dopo il terribile terremoto che ha colpito l'Abruzzo.
E' quindi piuttosto "particolare" che i rappresentanti della Lega parlino di valutare le spese inutili, sottolineando il grave periodo di crisi del paese, quando loro stessi sono stati i primi a voler sprecare dei soldi per far fallire un referendum che, a dire il vero, sarebbe fallito comunque. E' vergognoso che l'arma dello "spreco" venga usato solo ed esclusivamente per attaccare o per impedire ad altri di fare qualcosa, ma sia totalmente ignorato quando sprecare inutilmente dei soldi pubblici serve a raggiungere un proprio scopo. E' allucinante che certi giornalisti mettano in evidenza queste affermazioni e non abbiano la serietà e la professionalità di chiedere a questi primati dal pollice opponibile perchè ora sono tanto attenti alle spese, quando qualche mese fa erano così spendaccioni.dipende dal vestiro che indosso

D'altra parte si parla di Lega... difficile pretendere coerenza e serietà, no?

martedì 18 agosto 2009

Bossi e i danni della vecchiaia

Nelle tribù i capi sono sempre molto protettivi con i propri sudditi e Bossi ne è una dimostrazione lampante: le sue uscite post-ferragostiane hanno raggiunto lo scopo (tra l'altro molto difficile) di far sembrare le parole di Zaia molto intelligenti e sensate e le numerose proposte di Salvini delle vere e proprie genialate.

Secondo quel vecchietto, l'inno nazionale italiano non lo conosce nessuno, affermazione comprensibile in quanto espressa da una persona così anziana: quell'età, infatti, è normale applicare al resto del mondo quello che succede nel proprio piccolo e limitato ambiente. Avere un figlio che ha impiegato anni per riuscire a fare la maturità (qualcuno si chiede ancora se ci sia stato un aiuto dall'alto), essere circondato da luminari come Calderoli, Borghezio, Salvini e molti dei suoi elettori, hanno certo collaborato a disegnare intorno a lui un mondo irreale dove la gente fischietta per le strade il 'Va Pensiero' ma non conosce l'inno di Mameli...

Fortunatamente l'Italia, quella reale, è diversa. Nicole, che ha 4 anni, lo conosce e lo canta, avendolo imparato a scuola. Allo stesso tempo difficile non rendersi conto come, nell'ultimo decennio, sia particolare che in quasi tutti gli eventi sportivi in cui l'Italia viene rappresentata (calcio in primis) il pubblico e gli stessi atleti lo cantino.
Certo, sono il primo a riconoscere che non è il massimo, che è molto più marcetta che inno nazionale, soprattutto se paragonato a quelli di altri paesi (i primi 2 che mi vengono in mente sono Germania o Russia), ma l'uscita di Bossi non ha certo nulla a che vedere con le caratteristiche sonore del pezzo musicale, ma solo con la solita sterile polemica che in qualche modo fa tutto capo al famoso Roma Ladrona che, come ho già avuto modo di dimostrare, è solo invidia.

A completare la vicenda, già sufficientemente ridicola, si aggiunge il repentino cambiamento di rotta del giorno dopo: una fantastica smentita tipica di chi, probabilmente, deve avere qualche problema di controllo e di filtro tra il cervello e la bocca, problemi tipici dei vecchi, anche se credo che sia necessario che qualcuno inizi a studiare il perchè questo femonemo sia spesso, troppo spesso, legato a rappresentanti della Lega Nord.

venerdì 14 agosto 2009

Basta che non promuovano i valori della Lega...

"La Rai deve essere un canale per promuovere i valori della famiglia, non per veicolare la cultura gay o le unioni gay". A pronunciare questa immane stronzata è stato Luca Zaia, ministro per l'agricoltura, colui che fino a qualche giorno fa consideravo uno dei pochissimi e rarissimi casi di leghista con cervello. Una conferma della verità del proverbio "chi va con lo zoppo impara a zoppicare"... i neuroni di Zaia si sono suicidati per la troppa e continua vicinanza a esempi di intelligenza come Salvini, Calderoli o Borghezio ed una ulteriore conferma alle teorie che vedono l'uomo discendere dalle scimmie... anche se in casi come questi l'evoluzione si è limitata al solo aspetto estetico.

Ma non è tutto qui. Il ministro ha spiegato: "Sarebbe bene che le associazioni gay invece di mandare talvolta in televisione personaggi macchiette, si decidessero a rendere visibili personaggi meno appariscenti. In ogni caso la Rai non deve dare priorità al mondo omosessuale e alle sue istanze, bensì seguire le indicazioni del governo e promuovere la famiglia e i valori familiari". Insomma, nessun editto bulgaro "perchè", insiste Zaia, "la tv deve dare spazio a tutti ma la priorità della Rai deve essere promuovere la famiglia".

Dovrei chiudere il post qui, perchè queste frasi si commentano da sole, ma la mia vena polemica me lo impedisce sino a voler fare una domanda a Zaia: "se la 'priorità' della Rai è promuovere la famiglia, perchè prendersela con i gay e non con i numerosi politici (Berlusconi in primis), presentatori (Simona Ventura per citarne una), vallette e trasmissioni che poco hanno a che vedere con il concetto di famiglia tanto caro a Zaia?"

Il problema, dal mio punto di vista, è che di Zaia se ne parla poco e al posto di agire e lavorare seriamente per fare e costruire quacosa di buono e di positivo per l'Italia, è più facile aprire bocca e dar fiato ai denti.