lunedì 16 novembre 2009

Alla faccia della professionalità... addendum

Nel post di sabato (Alla faccia della professionalità...) mi sono dimenticato anche una ulteriore 'chicca' che merita un update.

L'ultimo "ritocco" della fantastica applicazione (richiesta anche questa con urgenza e, pertanto, ogni sviluppo alla pene di segugio viene scusato e profumatamente pagato) contiene una nota relativa al fatto che in un campo di una tabella deve essere inserito un testo specifico ("Alessandro, stai attento a non sbagliare") in modo che il programma sia in grado di riconoscerlo con precisione e agire di conseguenza: "1,6"... ossia i due id dei record di una delle altre tabelle...
Insomma, per queste menti eccelse è più veloce inserire un qualchecosa di "hardcoded" (in parole povere 'fisso') e legato al codice, piuttosto che trovare una soluzione seria, tipo l'uso di un flag...

Ah... già... dimentico che i campi flag richiedono anni e anni di sviluppo...

sabato 14 novembre 2009

Alla faccia della professionalità...

In ufficio abbiamo il "peace-maker", ossia un pezzo di cavo elettrico spesso almeno 3cm, bello duro. Nonostante il nome rispecchi in pieno la sua funzione (ovviamente non è mai stato usato anche se spesso verrebbe voglia di...), io l'avrei sempre voluto chiamare "The Wolf", con chiaro e ovvio riferimento al personaggio interpretato da Harvey Keitel in Pulp Ficion (1984) ed alla sua splendida frase "I'm Winston Wolfe. I solve problems."

Ieri (Venerdì 13) l'avrei voluto usare volentieri sulle gengive del fornitore che come risposta ad una mia email, nella quale evidenziavo i problemi sia architetturali che realizzativi del database che si trova sotto una applicazione (oltretutto piuttosto importante) usata in azienda ha avuto il coraggio (e la sfacciataggine) di rispondere che sarebbe piaciuto anche a loro sviluppare un 'bel' database ma non hanno avuto tempo. Già.
Alla faccia della professionalità.



Oltretutto andando ad analizzare bene la cosa, è facile rendersi conto che il problema non sta nella mancanza di tempo, ma nell'incapacità di base. Il database in questione è composto da circa 15 tabelle. Eppure nonostante la sua ridottissima dimensione riesce ad avere una serie di difetti da record:
  • nessuna delle tabella è dotata di una chiave primaria, nonostante siano tutte dotate di un campo che ha quella funzione. Loro dicono che la loro "copia" di sviluppo ha le chiavi primarie e che non sanno come mai la versione nostra non le abbia: la risposta sta nel fatto che le hanno aggiunte dopo che lo hanno rilasciato, perchè mi manca ancora la voglia di cancellare chiavi primarie per il solo gusto di...;
  • non esiste una "naming convention" costante: ad esempio, i campi di descrizione possono variare da XxxDesc, XxxDescr, DescrXxx o DescXxx. Questo non può derivare dalla fretta e dal poco tempo a disposizione, ma da vera a propria incapacità, dall'assenza di uno schema e di regole (mentali e/o aziendali) nello sviluppo di progetti. Oltretutto la cosa diventa ancora più grave quando questo accade in database molto piccoli;
  • non esistono indici. Anche la risposta a questo appunto mi ha fatto inorridire: "non li abbiamo messi così potete metterli voi in base all'uso". Certo, peccato che le interrogazioni al sistema non le abbiao scritte noi, ma loro. Loro sanno come accedono ai dati, il tipo di query... insomma, loro hanno scritto l'applicazione e loro sono i più adatti a disegnare gli indici. Noi, semmai, possiamo intervenire dopo, aggiungendone ad hoc...
La cosa triste... tristissima, è che li abbiamo pagati e continuiamo a pagarli per patches (già, paghiamo anche quelle), interventi spot, piccole modifiche... per loro il bottoncino con il calendario per la scelta di una data non era parte integrante di un campo data... già...

Mi piacerebbe fare il nome dell'azienda e del responsabile, ma rischierei troppo. Ma se volete contattatemi in provato che vi metterò in guardia molto volentieri da questa manica di incapaci.

domenica 8 novembre 2009

Collegare il cervello... no?

Ci sono cose al mondo che non hanno spiegazione... misteri a cui gli scienziati cercano, ogni giorno, di dare risposte credili. Uno di questi è il capire perchè ci siano persone con un cervello funzionante che continuano credere ad alcune enormi bufale che si presentano sottoforma di "pagine" o "gruppi" su Facebook, promettendo un po' di tutto.  Questo, ad esempio, è il periodo dell'"Account VIP con funzionalità incredibili", dei "10 milioni di iscritti per evitare che Facebook diventi a pagamento", i gruppi (e ce ne sono a quintali) che ti invitano ad iscriverti per poter sapere chi visita il tuo profilo.
Un vero e proprio mistero.

Io posso capire che la poca conoscenza del mondo dell'informatica possa portare a vedere nei computer quello che, in realtà, non sono. Chi guarda C.S.I., ad esempio, può facilmente convincersi che esistano sistemi di analisi audio in grado di prendere una registrazione di una telefonata e rimuovere il rumore delle macchine che passano, identificando il camion dell'assassino. Chi ha visto la prima serie (credo) di R.I.S. poteva facilmente credere che una patologa fosse in grado di identificare i segni di un omicidio sulla foto di un cadavere che le è stata inviata via MMS ed è stata proiettata su un muro. Per non parlare di come i computer siano in grado di leggere nella mente dell'operatore che al grido "ingrandisci la mano", con il solo click su un tasto il programma identifica la mano (quella giusta, ovviamente, non l'altra) e la ingrandisce in modo tale che si riconosce senza ombra di dubbio la scritta riflessa sull'anello. Il tutto semplicemente da un frame della registrazione della telecamera di sorveglianza.
Il fatto è che mentre in questi casi la fiction rende ovvio l'esagerazione, nel caso di Facebook è assolutamente incredibile come si possa credere (e, ancora peggio, diffondere) certe cose. Basterebbe fare due cose. La prima andare a guardare la pagine e/o il gruppo a cui si è invitati e la seconda pensare il perchè Facebook debba utilizzare gruppi e/o pagine realizzati ed amministrati da persone che con l'azienda non hanno nulla a che vedere, per rendere noto nuove funzionalità e/o iniziative? Se Facebook avesse realmente deciso di diventare a pagamento, perchè un numero di iscritti inferiore al 3% degli utenti deve essere sufficiente a far cambiare loro idea? E qualcuno potrebbe anche spiegarmi la logica per cui l'iscrizione ad un gruppo possa essere sufficiente a sapere chi son ole persone che visitano il mio profilo? E, domanda, una volta che li sappiamo, che facciamo? Li denunciamo per curiosità? Li contattiamo per sapere il perchè della visita? Gli chiediamo l'amicizia? E' solo curiosità morbosa?

Quando qualcuno vi invita ad un gruppo e/o a diventare fan di qualcosa... potreste collegare il cervello e pensarci? Se non lo volete fare, potreste evitare di girare anche a me l'invito?
Grazie.

giovedì 5 novembre 2009

Non è solo un simbolo positivo, mi dispiace!

Ci voleva quel condannato di Travaglio a farmi riprendere a riversare i miei umili pensieri su queste pagine. Ci voleva un suo articolo da quel fantastico tuttologo narcisista che è per convincermi a riprendere a scrivere. E pensare che non c'era riuscito nemmeno il primo anniversario di questo blog....

"Ma io difendo quella croce" è un bellissimo articolo, non c'è che dire, scritto con quello stile pontificante che caratterizza Travaglio e, leggendolo, diventa quasi impossibile non condividere in toto le sue tesi e i suoi pensieri. Anche perchè, bisogna dirlo, su alcune cose l'autore ha perfettamente ragione, mettendo in risalto come, dopo la (sacrosanta, nda) sentenza della Corte Europea, se ne sono sentite di cotte e di crude un po' da tutte le parti.
Personalmente, però, la più bella (metaforicamente parlando) è stato lo stupore, di non so quale dei cagnolini al guinzaglio del pastore tedesco, per la scandalosa ingerenza della sentenza Corte Europea di Strasburgo... insomma il bue che da del cornuto all'asino.

Travaglio usa le parole di Natalia Ginzburg: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola.”, arrivando alla conclusione che diffondendo questo "messaggio" si arriverebbe al punto che "nessuno - ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia - si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso".

Questo, però, lo trovo un po' troppo semplicistico. Già. Perchè volenti o nolenti il crocifisso non rappresenta solo quegli ideali di fratellanza che la Ginzburg indica. Il crocifisso, proprio perchè un simbolo ha il significato che gli viene dato in un preciso contesto storico. Dietro a quel simbolo si sono perpetrate delle guerre (vogliamo parlare delle "Crociate"... magari in particolare la IV?), delle violenze inaudite (vogliamo commentare la "Santa Inquisizione"?) sino a quella guerra ideologica che ci continuiamo a portarci dietro. E bisogna smetterla di dire "sai, è roba accaduta secoli fa", perchè dimenticare non serve a nulla. Dietro quel simbolo ci sono persone che pontificano e cercano di imporre il proprio pensiero, i propri ideali.

Vogliamo insegnare la fratellanza, vogliamo trasmettere ai nostri figli il messaggio che gli uomini sono tutti uguali, perchè non usiamo altri mezzi che non generano odio? Fino a quando anche ad una persona al mondo il crocifisso darà fastidio, la sua presenza non potrà mai essere una presenza pulita, una presenza pura. Sino a quando qualcuno userà quel simbolo per i suoi scopi (e su questo condivido fe frasi finali di Travaglio), quello stesso simbolo non potrà mai trasmettere solo segnali positivi.

Paradossalmente affinchè il crocefisso sia veramente quel simbolo di eguaglianza e di fratellanza che la Ginzburg indica... il crocefisso dovrebbe essere staccato proprio dalle radici cristiane che lo caratterizzano.
Se no, tanto vale usare testi di canzoni che dicono la stessa cosa...

"[...] Ma un'altra grande forza spiegava allora le sue ali, 
Parole che dicevano: 'gli uomini sono tutti uguali'. 
E contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
La bomba proletaria, ed illuminava l'aria 
La fiaccola dell'anarchia
La fiaccola dell'anarchia
La fiaccola dell'anarchia
[...]"