Nonostante sia uno strumento fondamentalmente democratico, in quanto permette (all'interno dei paletti imposti dal proprietario) di esprimere le proprie opinioni in libertà, Facebook riesce allo stesso tempo ad essere il perfetto strumento per chi la parola è solo in grado di pronunciarla o scriverla, senza però conoscerne il significato. E così si inciampa spesso in situazioni assolutamente ridicole.
Ieri un 'wanna-be-amico' ha condiviso uno dei miliardi di inutili gruppi politici che popolano Facebook. Se ricordo bene era uno di quelli che cercava un alto numero di iscritti per poter poi chiedere al PD e IDV di organizzare una interrogazione parlamentare in relazione al processo Mills. Non ho voluto commentato la totale inutilità di un gruppo atto, a dire il vero, a sottolineare due possibili scenari: il primo è che PD e IDV siano conciati male e hanno bisogno di un tot di persone per fare una sacrosanta interrogazione o interpellanza parlamentare; il secondo è che alla luce dell'attuale Lodo-Alfano, non avrebbe molto senso.
Mi sono però permesso di commentare (rimanendo in linea con il titolo del gruppo stesso) come l'IDV fosse l'ultimo dei partiti a dover parlare: si vantano di essere "puliti" eppure il suo duce Di Pietro (che è sempre restio a spiegare come ha fatto ad avere informazioni riservate sull'indagine del figlio prima ancora dello stesso figlio) non solo è indagato, ma ha appena candidato alle elezioni europee un tale De Magistris, casualmente anche lui ex-magistrato, indagato a sua volta.
Questo semplice dato di fatto, questa ovvia verità, è bastata a questo 'wanna-be-amico' per cancellare il mio commento, mettendo in luce il suo modo di pensare fascista, poco propenso alle discussioni civili ed educate. Quando ho sottolineato che il suo gesto era degno della censura berlusconiana (che lui tanto dice di combattere), la sua unica spiegazione è stata che era stanco dei commenti 'cretini' e 'da rincoglionito', mettendo in luce anche che oltre ad essere poco disponibile ad un serio confronto, forse ha anche una scarsissima conoscenza dell'educazione. A sua difesa devo ammettere che almeno questa volta ha provato a dare una motivazione... altre volte, nel passato, lo aveva fatto in silenzio, soprattutto quando si parlava contro la guerra tra i terroristi di Hamas e il popolo di Israele. La sua logica è semplice: o la pensi come me o non capisci assolutamente nulla.
Per come è strutturato Facebook, quando uno condivide qualcosa (che sia un pensiero, un link o altro) questo invade lo spazio altrui. Ciò che è stato condiviso appare sulle pagine degli "amici" con il link "commenta". Se uno condivide qualcosa su Facebook dovrebbe essere pronto non solo ai banali commenti positivi (che spesso si limitano a 2 o tre parole e qualche emoticon), o ai facili "Mi Piace" ma, soprattutto, a qualcuno che ribatte fornendo, ad esempio, differenti modi di vedere la cosa. E' ovvio che poi, in base alla propria apertura mentale o al proprio cervello si è più o meno in grado di controbatterli sottolineandone il livello polemico o la totale assurdità chiudendo la porta a eventuali prosegui, o discuterne e approfondirli se ritenuti utili. Ma cancellarli è proprio un gesto fascista. E quando uno si vanta di non esserlo, la cosa cade nel ridicolo.
Ogni tanto mi piace pulire la lista degli amici di Facebook eliminando la fuffa... ho sfruttato anche questa occasione.