"La Rai deve essere un canale per promuovere i valori della famiglia, non per veicolare la cultura gay o le unioni gay". A pronunciare questa immane stronzata è stato Luca Zaia, ministro per l'agricoltura, colui che fino a qualche giorno fa consideravo uno dei pochissimi e rarissimi casi di leghista con cervello. Una conferma della verità del proverbio "chi va con lo zoppo impara a zoppicare"... i neuroni di Zaia si sono suicidati per la troppa e continua vicinanza a esempi di intelligenza come Salvini, Calderoli o Borghezio ed una ulteriore conferma alle teorie che vedono l'uomo discendere dalle scimmie... anche se in casi come questi l'evoluzione si è limitata al solo aspetto estetico.
Ma non è tutto qui. Il ministro ha spiegato: "Sarebbe bene che le associazioni gay invece di mandare talvolta in televisione personaggi macchiette, si decidessero a rendere visibili personaggi meno appariscenti. In ogni caso la Rai non deve dare priorità al mondo omosessuale e alle sue istanze, bensì seguire le indicazioni del governo e promuovere la famiglia e i valori familiari". Insomma, nessun editto bulgaro "perchè", insiste Zaia, "la tv deve dare spazio a tutti ma la priorità della Rai deve essere promuovere la famiglia".
Dovrei chiudere il post qui, perchè queste frasi si commentano da sole, ma la mia vena polemica me lo impedisce sino a voler fare una domanda a Zaia: "se la 'priorità' della Rai è promuovere la famiglia, perchè prendersela con i gay e non con i numerosi politici (Berlusconi in primis), presentatori (Simona Ventura per citarne una), vallette e trasmissioni che poco hanno a che vedere con il concetto di famiglia tanto caro a Zaia?"
Il problema, dal mio punto di vista, è che di Zaia se ne parla poco e al posto di agire e lavorare seriamente per fare e costruire quacosa di buono e di positivo per l'Italia, è più facile aprire bocca e dar fiato ai denti.