martedì 4 maggio 2010

Lazio - Inter... la fiera del moralismo spiccio

Due giorni dopo quella che il mondo calcistico moralista italiano ha chiamato la "partita-farsa" [Lazio-Inter 0-2, nda] vorrei cercare di darne una lettura differente. Già perchè credo che, come sempre accade in Italia quando si parla di calcio, si sia ampiamente esagerato e la cosa sia uscita da ogni possibile binario logico, buttando in un unico grosso calderone tutte le componenti di questa vicenda, mescolando e servendo poi un sano concentrato di moralismo, quello spiccio, che tanto piace agli opinionisti calcistici italiani, primo fra tutti tale Mughini.


Faccio una doverosa premessa: in campo è successo quello che è successo e se si escludono Muslera e Zarate, è stato piuttosto imbarazzante vedere i giocatori della Lazio "difendere la sconfitta" (le per citare la parole del grande Gigi Garanzini) e questo dovrebbe bastare, in un calcio serio, a far squillare un campanellino e far partire una indagine dell'ufficio inchiesta della Federazione.
Evito poi di commentare le uscite infelici di personaggi come Brocchi (giocatore della Lazio), Paolillo (Amministratore delegato dell'Inter) e Sensi (Presidente della Roma) i cui interventi erano tutti privi di senso e di cervello. Magari sarebbe stato meglio limitarsi all'imbarazzo degli altri dirigenti e giocatori dell'Inter.

Appurato questo lasciamo perdere ora tutto quello che è successo in campo, e guardiamo solo l'aspetto "del tifo". E per questo direi che la cosa più importante da sottolineare è la piazza dove tutto ciò è successo: Roma. Qui non si tratta di campanilismo, ma di realismo. Anche quest'anno il derby di ritorno è stato caratterizzato più dalla guerriglia fuori dallo stadio piuttosto che dagli episodi in campo o dalle frasi sul tono di "le coltellate si danno e si prendono, ma non lo si dice" pronunciate all'ospedale da un primate (non posso chiamarlo tifoso).
La piazza di Roma che, ricordo, fu quella dove i primati di entrambe le fazioni (ripeto, non riesco a chiamarli tifosi) riuscirono a far interrompere un derby riuscendo a convincere i giocatori che la polizia aveva ammazzato un bambino... il tutto nonostante il prefetto di persona avesse fatto trasmettere un messaggio dagli altoparlanti dello stadio smentendo la notizia.
In una piazza del genere, tutto sembra essere consentito. Nell'era moderna, in cui si limitano le trasferte per problemi di ordine pubblico, ai tifosi del Milan non è permesso andare a Genova per qualcosa accaduto nel 1992 (si, 18anni fa), ma ai tifosi della Roma e della Lazio, rei degli scontri di poche settimane fa è consentito andare tranquillamente in trasferta.
In una piazza del genere non riesco a trovare strano l'atteggiamento dei tifosi della Lazio. Parlo di una piazza dove la rivalità viene esasperata, dove la sfida tra Roma e Lazio diventa più importante del campionato e vincere il derby può avere molto più valore di uno scudetto. Parlo di una piazza dove il razzismo impera, razzismo verso il tifoso avversario ("i veri romani tifano roma, i provinciali tifano lazio" e via dicendo). Parlo di una piazza dove è difficile che le provocazioni non paghino dazio in qualche modo. Fu così per il famoso dito medio di Di Canio, è stato così per i pollici versi di Totti.

In una piazza del genere forse bisognerebbe piantarla di fare moralismo spiccio e parlare dei "valori dello sport e del tifo". Magari bisognerebbe anche accettare il fatto che chi va allo stadio, spendendo 50€ (se non di più)... magari può anche permettersi di fare quel cavolo che vuole. 

"Spettacolo indegno"? Sul campo posso anche essere d'accordo... ma sugli spalti no.
Lo spettacolo indegno è il tafferuglio.
Lo spettacolo indegno è il costante lancio di oggetti (a Milano hanno lanciato un motorino anni e anni fa ma se ne parla come se fosse successo ieri).
Lo spettacolo indegno è la guerriglia pre, durante e post partita.

Vedere persone che hanno pagato un biglietto a cifre non certo economiche e che espongono striscioni (tra l'altro nemmeno troppo offensivise se paragonati alla media) e fischiare i propri giocatori, esultare al gol della squadra avversaria non è uno spettacolo "indegno", al massimo poco sportivo, tanto quanto poco sportivo è prendere per il culo i tifosi ed i giocatori avversari. Solo che i giocatori sono pagati (stra-profumatamente) per essere leali e sportivi... il pubblico paga per andare a vedere uno spettacolo e civilmente può fare quel cavolo che vuole.