giovedì 5 novembre 2009

Non è solo un simbolo positivo, mi dispiace!

Ci voleva quel condannato di Travaglio a farmi riprendere a riversare i miei umili pensieri su queste pagine. Ci voleva un suo articolo da quel fantastico tuttologo narcisista che è per convincermi a riprendere a scrivere. E pensare che non c'era riuscito nemmeno il primo anniversario di questo blog....

"Ma io difendo quella croce" è un bellissimo articolo, non c'è che dire, scritto con quello stile pontificante che caratterizza Travaglio e, leggendolo, diventa quasi impossibile non condividere in toto le sue tesi e i suoi pensieri. Anche perchè, bisogna dirlo, su alcune cose l'autore ha perfettamente ragione, mettendo in risalto come, dopo la (sacrosanta, nda) sentenza della Corte Europea, se ne sono sentite di cotte e di crude un po' da tutte le parti.
Personalmente, però, la più bella (metaforicamente parlando) è stato lo stupore, di non so quale dei cagnolini al guinzaglio del pastore tedesco, per la scandalosa ingerenza della sentenza Corte Europea di Strasburgo... insomma il bue che da del cornuto all'asino.

Travaglio usa le parole di Natalia Ginzburg: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola.”, arrivando alla conclusione che diffondendo questo "messaggio" si arriverebbe al punto che "nessuno - ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia - si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso".

Questo, però, lo trovo un po' troppo semplicistico. Già. Perchè volenti o nolenti il crocifisso non rappresenta solo quegli ideali di fratellanza che la Ginzburg indica. Il crocifisso, proprio perchè un simbolo ha il significato che gli viene dato in un preciso contesto storico. Dietro a quel simbolo si sono perpetrate delle guerre (vogliamo parlare delle "Crociate"... magari in particolare la IV?), delle violenze inaudite (vogliamo commentare la "Santa Inquisizione"?) sino a quella guerra ideologica che ci continuiamo a portarci dietro. E bisogna smetterla di dire "sai, è roba accaduta secoli fa", perchè dimenticare non serve a nulla. Dietro quel simbolo ci sono persone che pontificano e cercano di imporre il proprio pensiero, i propri ideali.

Vogliamo insegnare la fratellanza, vogliamo trasmettere ai nostri figli il messaggio che gli uomini sono tutti uguali, perchè non usiamo altri mezzi che non generano odio? Fino a quando anche ad una persona al mondo il crocifisso darà fastidio, la sua presenza non potrà mai essere una presenza pulita, una presenza pura. Sino a quando qualcuno userà quel simbolo per i suoi scopi (e su questo condivido fe frasi finali di Travaglio), quello stesso simbolo non potrà mai trasmettere solo segnali positivi.

Paradossalmente affinchè il crocefisso sia veramente quel simbolo di eguaglianza e di fratellanza che la Ginzburg indica... il crocefisso dovrebbe essere staccato proprio dalle radici cristiane che lo caratterizzano.
Se no, tanto vale usare testi di canzoni che dicono la stessa cosa...

"[...] Ma un'altra grande forza spiegava allora le sue ali, 
Parole che dicevano: 'gli uomini sono tutti uguali'. 
E contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
La bomba proletaria, ed illuminava l'aria 
La fiaccola dell'anarchia
La fiaccola dell'anarchia
La fiaccola dell'anarchia
[...]"