Devo stare attento quando parlo (male) della Lega, perchè c'è un ex-collega ultraleghista che segue questo blog (ma perchè non la smette, mi chiedo) che si considera insultato ogni volta che questo accade. Speriamo non se la prenda anche con questo post.
Qualche giorno fa la Lega aveva proposto i "test di dialetto per i professori", scatenando (ovviamente) grosse polemiche. Oggi leggo che si parlava di "test regionali, ma non di dialetto". Incomma ancora una volta come già accaduto più volte (ad esempio la proposta delle carrozze speciali sulla metropolitana milanese) la Lega prima lancia un masso e poi immediatamente nasconde la mano e si difende diventando vittima di un regime che fraintende le loro parole e le loro proposte...
Questo atteggiamento, però, non è tipico della sola Lega, ma è anche di gente come Di Pietro (prima raccoglie le firme per i referendum sul sistema elettorale facendo spendere soldi allo stato e poi li fa fallire) o come Veltroni (quello che aveva dichiarato in Tv che avrebbe smesso di fare politica dopo il mandato di sindaco a Roma e poi si è candidato alle elezioni del 2008) o, ultima fra tutti, la starlette televisiva De Magistris.
Si, proprio quel De Magistris che durante la conferenza stampa di presentazione della sua candidatura alle europee (insieme al wanna-be-duce Di Pietro) a chi gli chiedeva se avrebbe continuato la sua carriera di magistrato rispose: "La mia una scelta di vita. Ho da poco superato i quarant'anni e intendo iniziare una nuova esperienza da cui non tornero' indietro. La mia e' una scelta irreversibile anche qualora non dovessi essere eletto". Lo stesso ducetto Di Pietro confermò: "De Magistris si dimetterà dalla magistratura subito dopo le elezioni, lo assicuro. Anche lui, come me, pensa che sia una strada senza ritorno una volta che da magistrato si passa alla politica". (AdnKronos)
Purtroppo proiprio quest'ultima affermazione è tragicamente falsa. Le sue parole sono molto chiare: "Il mestiere di magistrato che ho svolto per quindici anni non è un abito che si dismette e si getta via" e il fatto che abbia chiesto ed ottenuto l'aspettativa per tutta la durata del mandato la dice lunga sulla sua reale volontà di abbandonare la magistratura. E' meglio avere i piedi in più scarpe qualora l'esperienza in Europa non sia abbastanza remunerativa, vero?
Francamente a questo punto le sue parole "Detto questo, confermo che non rientrerò in magistratura e che mi dimetterò. Ma i tempi delle mie dimissioni non me li farò indicare o dettare da nessuno, se non dalla mia coscienza", riportate da un articolo su Corriere.it, suonano molto male, soprattutto visto che si parte già con una promessa non mantenuta e la storia del "in quella lettera di dimissioni dovrò indicare precisamente anche chi saranno i responsabili morali e istituzionali della mia cacciata dalla magistratura, che è stato un fatto senza precedenti nella storia giudiziaria del nostro Paese e che non dovrà passare sotto silenzio. Per questo sto scegliendo tempi e modi opportuni affinche il Paese sappia quale è lo stato di salute della magistratura nel nostro Paese." (intervista a Radio 24 del 29 Luglio 2009) suona proprio come un modo per imbonire il proprio elettorato.
La verità è che potrebbe benissimo dare le dimissioni immediatamente e poi portare avanti la sua battaglia contro quella "magistratura politicizzata" (quindi confermando quello che dice da decennilo stesso Berlusconi) che lo ha costretto ad andarsene. Ma questo rischierebbe di non farlo apparire in TV abbastanza.
Continuo a ricordare che i veri magistrati, quelli che combattevano contro la politica, quelli che andavano avanti nonostante fossero ostacolati da tutti, non andavano in TV, non lasciavano la magistratura per il parlamento europeo... ma andavano avanti. Avanti fino alla morte. Giovanni Falcone... Paolo Borsellino. Per favore, non avviciniamoli nemmeno lontanamente a gente come Di Pietro o De Magistris.